16 Aprile 2023 2a Domenica di Pasqua Omelia di don Angelo
Passare per porte chiuse
Seconda domenica di Pasqua
16 aprile 2023
omelia di don angelo
Vi confesso, dovrei chiedere perdono per una sorta di risentimento, con cui negli anni ho commentato questo brano di vangelo. Risentimento nei confronti degli apostoli, chiusi, barricati in casa, quando la giornata era stata colma di passaggi del Risorto, per strade che respiravano l’aria della luce, la luce del giorno. Un giorno movimentato dunque, cui fa da contrapposizione stridente l’immagine della casa porte chiuse. Porte chiuse dalla paura. Dalla paura dei Giudei, certo, ma forse anche di altro. Erano giunte voci di manifestazioni del Risorto: ma perché a donne e non prima a loro? Ad attraversarli forse anche un sospetto che fosse per la loro fuga, una diserzione totale. Nella sera della cena Gesù aveva predetto loro che tutti si sarebbero scandalizzati di lui; e prima Pietro e poi tutti a dire che non sarebbe mai accaduto. A costo di morire: le ultime parole!
Ebbene è una grazia che il vangelo con sincerità, senza censure di sorta. racconti la casa dalle porte chiuse, chiuse anche otto giorni dopo, e dica che è la casa degli apostoli, loro in ritardo a credere. E’ una grazia – dico – perché è come se ci venisse svelato, ancora più luminosamente, che il Risorto, ora vivente, è presente ovunque. La sua visita ovunque. Anche nella casa di chi ha disertato o si è dileguato. Questa a volte è la mia casa!
E la sua prima parola è “Pace a voi”. Come dicesse: “Avete il cuore in subbuglio? State in pace. Siete nel mio perdono: le mie mani e il mio fianco raccontano ormai ininterrottamente il perdono, raccontano la pace, quella che vi comandavo di portare, entrando in ogni casa. Vi do il mio spirito. Lo soffio su di voi. è uno spirito di perdono, che dà pace”. Detto questo, soffiò e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”. Come a dire: “Togliete i macigni che pesano sul cuore, dissotterrate acque di vita. Fatelo nel mio nome”.
E qui si apre il cammino della fede, la fede di quelli che hanno visto e di noi che non abbiamo visto. Dico di quelli che hanno visto, perché anche per loro era una presenza nuova: entrava per porte chiuse, ma poi se ne andava, tornava otto giorni dopo; chiamava per nome la sua amica, ma poi le diceva di non trattenerlo; si lasciava abbracciare ai piedi dalle donne lungo la strada, ma poi non era lui a portare l’annuncio agli apostoli, mandava loro; spezzava il pane e poi d’un tratto scompariva. Quasi fosse trasfigurato nel corpo. Non so se si può dire trasfigurato, forse sì, ma guardandoci bene dal pensare che la sua non fosse, e non sia, una presenza reale, guardandoci dall’impallidirlo quasi fosse un fantasma. E questo è importante: la sua vita, la sua morte, la sua risurrezione non perdono di colore, sono quelle, rimangono inconfondibili, non alterabili, per tutti tempi, anche nella sua nuova condizione di risorto. Ancora oggi a mostrarci le mani, i piedi, ll fianco trafitto. Trasfigurato, ma questa è la concretezza e non evaporatela. Per grazia qualcuno ha visto e ha raccontato. Ha raccontato il suo cammino, quel suo amare a perdifiato, la sua passione per la nostra vita, i suoi sentimenti che rimangono ingualcibili. E Paolo a dirci “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù” (Fil 2,5).
Pensate la bellezza di questa prima chiusa del vangelo di Giovanni, dove ci è detto perché credere, in vista di che cosa. Perché sono stati raccontati i segni? E se ne potrebbero raccontare chissà quanti altri! “Perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome”. Abbiate la vita. Una vita che sia vita. Bellissimo, il suo è un nome legato alla vita.
“Nel suo nome” è locuzione che riappare oggi nel brano degli Atti degli apostoli. E vorrei fare connessione. Siamo nei giorni dopo l’ascensione, sono le tre di un pomeriggio, Pietro e Giovanni salgono al tempio per pregare. All’ingresso a colpirli la voce implorante di uno storpio. Lo portavano al mattino all’ingresso e lui là a mendicare per una giornata, nella speranza di raccattare qualche elemosina.
Pietro gli disse: “Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!”. Notate. “nel nome di Gesù”. “Lo prese per la mano destra e lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e, balzato in piedi, si mise a camminare; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio”. “Nel nome di Gesù”, questo stava a cuore a Pietro che fosse chiaro: che non nel suo nome, ma nel nome di Gesù lo storpio camminava. E’ lui che vive e opera oggi. Ed è quello che ribadisce Pietro nel discorso che oggi abbiamo riascoltato. Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato”.
Nel nome di Gesù si esce: si cammina, si fa camminare.
Nel nome di Gesù. Mi è passato nella mente una domanda: che non sia proprio per questo che ci barrichiamo? Vogliamo sorvegliare noi la vita, non osiamo nel nome di Gesù, ci barrichiamo nel risaputo. E ritorno così alle porte chiuse. Per condividere con voi alcune parole di papa Francesco; sono di questa settimana: “Non c’è annuncio senza movimento, senza “uscita”, senza iniziativa. Questo vuol dire che non c’è cristiano se non in cammino; non è un cristiano se il cristiano non esce da sé stesso per mettersi in cammino e portare un annuncio. Non c’è annuncio senza movimento, senza cammino. Non si annuncia il Vangelo da fermi, chiusi in un ufficio, alla scrivania o al computer facendo polemiche come “leoni da tastiera” e surrogando la creatività dell’annuncio con il copia-e-incolla di idee prese qua e là. Il Vangelo si annuncia muovendosi, camminando, andando”.
Questo ci tocca: aprire le nostre porte chiuse; e grazia delle grazie sarebbe passare, come il Maestro, per porte chiuse.
LETTURA At 4, 8-24a
Lettura degli Atti degli Apostoli
In quei giorni. Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati». Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù. Vedendo poi in piedi, vicino a loro, l’uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa replicare. Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro dicendo: «Che cosa dobbiamo fare a questi uomini? Un segno evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo. Ma perché non si divulghi maggiormente tra il popolo, proibiamo loro con minacce di parlare ancora ad alcuno in quel nome». Li richiamarono e ordinarono loro di non parlare in alcun modo né di insegnare nel nome di Gesù. Ma Pietro e Giovanni replicarono: «Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando in che modo poterli punire, li lasciarono andare a causa del popolo, perché tutti glorificavano Dio per l’accaduto. L’uomo infatti nel quale era avvenuto questo miracolo della guarigione aveva più di quarant’anni. Rimessi in libertà, Pietro e Giovanni andarono dai loro fratelli e riferirono quanto avevano detto loro i capi dei sacerdoti e gli anziani. Quando udirono questo, tutti insieme innalzarono la loro voce a Dio.
Commento al filmato:lo splendido, solenne, “Vivace – Grave – Allegro” dal “Concerto grosso fatto per la notte di Natale” di Arcangelo Corelli, canta con toni maestosi il discorso di Pietro ai capi del Popolo – è un annuncio imponente:
«Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati».
SALMO Sal 117 (118)
La pietra scartata dai costruttori
ora è pietra angolare.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre». R
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi. R
Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.
Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre. R
Commento al filmato: lo stupendo “Allegro Assai” del Concerto in La min di Bach, le spettacolari immagini del “Giudizio Finale” di Beato Angelico, “Cristo in Maestà” di Beato Angelico con la splendida fotografia del “Muro del Pianto” di Gerusalemme all’alba, cantano con toni esultanti il Responsoriale
«La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo.» tratto dal Salmo 117/118.
EPISTOLA Col 2, 8-15
Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi
Fratelli, fate attenzione che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo. È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi partecipate della pienezza di lui, che è il capo di ogni Principato e di ogni Potenza. In lui voi siete stati anche circoncisi non mediante una circoncisione fatta da mano d’uomo con la spogliazione del corpo di carne, ma con la circoncisione di Cristo: con lui sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti. Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce. Avendo privato della loro forza i Principati e le Potenze, ne ha fatto pubblico spettacolo, trionfando su di loro in Cristo.
Commento al filmato: il solenne annuncio di san Paolo ai cristiani di Colossi «Siete stati sepolti con Cristo nel battesimo e con lui siete anche risorti.», è avvolto dalla maestà di uno splendido “Allegro” del Concerto in Do di Vivaldi, in cui le note esultanti delle due trombe si rincorrono in un caleidoscopio di armonie affascinanti per annunciare il trionfo di Cristo:
«Avendo privato della loro forza i Principati e le Potenze, ne ha fatto pubblico spettacolo, trionfando su di loro in Cristo.»
VANGELO Gv 20, 19-31
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Commento al filmato: nel solenne “Senza indicazione di Tempo” del Concerto in Fa min di Bach, il Pianoforte e l’Orchestra cantano maestosi questa prima apparizione ai Discepoli del Risorto che da loro la Pace e soffia il Suo Spirito:
«Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».