2023-04-23 3a Domenica di Pasqua Omelia di don Angelo
Fin dove può spingersi un’immagine?
Terza domenica di Pasqua
23 aprile 2023
Omelia di don Angelo
Oggi vorrei fare sosta con voi su Giovanni il Battista, cha dà un nome, il nome di “agnello di Dio”, a Gesù. E aprire una finestra, e poi subito richiuderla, sull’importanza del dare nome: a persone, a cose, ad eventi. Da un lato mi verrebbe da dire: che bello che Dio, nell’in principio dei giorni, abbia affidato all’uomo e alla donna il compito di dare un nome alle cose. Ma dall’altro mi verrebbe anche da dire tutto il disgusto per la violazione oggi di nomi e parole, defraudate del loro significato profondo, e dire anche il bisogno, oggi urgente, di rinominare le cose.
Vi dicevo di Giovanni il Battista che, vedendo arrivare Gesù lungo il fiume dove stava battezzando, lo indicò alle folle con un nome che risuona spesso nelle nostre liturgie: “Ecco l’agnello di Dio”. E subito a chiedermi che cosa evocasse l’immagine dell’agnello in Giovanni e in coloro che l’ascoltavano. Che cosa evocava e dove si sarebbe spinta l’immagine dell’agnello, sposata al nome di Gesù.
Non è facile dirlo, penso fossero tante le immagini nella mente del Battista e dei suoi ascoltatori. Quella, per esempio, che ci rimanda la stessa natura: un cucciolo di pecora, mite, mansueto, disarmato. Ma poi a Giovanni e alle folle l’immagine poteva evocare il sangue degli agnelli, tinto sugli stipiti delle porte degli ebrei, la notte della liberazione dall’Egitto. O forse ancora il servo sofferente del libro di Isaia, carico dei mali del mondo, sfigurato ma poi acceso di luce. In aramaico infatti la parola “taljā” ha significato di agnello, ma anche di servo, e quindi potremmo anche ritradurre: “Ecco il servo di Dio, colui che toglie il peccato del mondo”.
“Il peccato”, al singolare, l’egoismo del mondo. Così commenta Tarcisio Geijer, un monaco certosino, tedesco: “I peccati del mondo o il peccato del mondo sono tutti gli egoismi commessi dagli uomini: dall’inizio della creazione, attraverso tutti i tempi seguenti, fino agli egoismi – anche i nostri – del nostro mondo attuale. Gesù è l’Agnello che toglie l’egoismo del mondo”.
Lo toglie, dopo essersene fatto carico”. Infatti, stando ad un altro significato del verbo greco , potremmo tradurre: “Ecco colui che porta, o che solleva, il peccato del mondo”, colui che se ne fa carico. Perchè il male del mondo – dovremmo ricordarlo – lo si toglie non caricandolo sulle spalle degli altri, o blaterando, come spesso avviene, ma facendosene carico, mettendoci del proprio, della propria vita.
Lui, agnello di Dio e servo per tutta la vita. Ma fin dove si sarebbe spinta l’immagine dell’agnello di Dio , del servo di Dio? Forse nemmeno Giovanni lo poteva immaginare. E forse è per questo che la liturgia oggi ci ripropone il brano degli inizi. Fin dove si è spinta l’immagine, lo puoi scoprire dopo avere celebrato la Pasqua. svelamento ultimo: “Ecco”. E prende senso, senso profondo, questa particella, piccolissima, che ci invita a fissare lo sguardo: “Ecco!”.
Bisogna prima aver veduto, toccato, come dirà Giovanni nell’incipit della sua prima lettera: “Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza.” ( 1Gv 19-2!).
E noi, sulla testimonianza degli apostoli, lo abbiamo visto salire il dosso del Calvario, curvato sotto il peso di una croce, così macigno che più non la reggeva, dico quella fisica, chiamarono un uomo di Cirene per l’ultimo strappo. Ma lui non rinnegava, era del sangue dei resistenti. Pasqua dell’Agnello di Dio, così nel racconto di Giovanni: “Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”
Uscì sangue ed acqua, emise lo spirito. E io sosto: per me si è caricato, si è caricato del mio male; per me emise lo Spirito, perchè vivessi. Guardo con immensa gratitudine.
Il Battista aveva detto:”E’ lui che battezza in Spirito Santo”- E io a chiedermi se mi lascio imbevere dal suo Spirito, se tolgo dalla mia vita il male dell’egoismo, se cerco, per quanto mi è possibile, di farmi carico degli altri, del loro peso.
Vedete quante immagini mi si affollano alla parola “agnello”. Sino a un’ultima, quella del libro dell’Apcalisse. Che racconta in una visione, la vittoria di colui che è stato trafitto. Un angelo fa invito.”Allora l’angelo mi disse: «Scrivi: Beati gli invitati al banchetto delle nozze dell’Agnello!»”.
L’Agnello ha vinto. Ha vinto la fragilità, ha vinto un umile servire, ha vinto il dare la vita. E lui fa invito. La cena dell’Agnello.
Al cuore mi vengono le sabbie estasiate di una riva di lago dove Gesù risorto su brace di fuoco cuoce pane e arrostisce del pesce per i discepoli che ritornano da notte faticosa.
E lui ci invita a prendere il suo pane, iI pane. Peccato che per necessità si sia persa nelle nostre eucaristie la forma del pane spezzato e la possibilità per chi celebra di mostrare pane spezzato alle parole “Beati gli invitati alle cena dell’Agnello”. E’ la cena di un agnello, di uno che si è fatto pane, spezzato e luminoso.
Soffia il tuo Spirito su di noi, Signore. Noi prenderemo nelle nostre mani il tuo pane, non finiremo mai di ringraziarti. Fa’ che possiamo imbeverci del tuo spirito, nutrirci di te, diventare come te pane spezzato, farci carico come te del male del mondo.
Le Letture
LETTURA At 19, 1b-7
Lettura degli Atti degli Apostoli
In quei giorni. Paolo, attraversate le regioni dell’altopiano, scese a Èfeso. Qui trovò alcuni discepoli e disse loro: «Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede?». Gli risposero: «Non abbiamo nemmeno sentito dire che esista uno Spirito Santo». Ed egli disse: «Quale battesimo avete ricevuto?». «Il battesimo di Giovanni», risposero. Disse allora Paolo: «Giovanni battezzò con un battesimo di conversione, dicendo al popolo di credere in colui che sarebbe venuto dopo di lui, cioè in Gesù». Udito questo, si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù e, non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, discese su di loro lo Spirito Santo e si misero a parlare in lingue e a profetare. Erano in tutto circa dodici uomini.
Commento al filmato: è gioioso e festante questo “Spiritoso e non presto”dal Concerto in Sol Magg di Vivaldi, le note spumeggianti del Violino solista si scatenano con l’Orchestra, in un canto radioso per le grandi Opere del Signore che guidano l’evangelizzazione di San Paolo:
Udito questo, si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù e, non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, discese su di loro lo Spirito Santo e si misero a parlare in lingue e a profetare. Erano in tutto circa dodici uomini.
SALMO Sal 106 (107)
Noi siamo suo popolo e gregge del suo pascolo.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Lo dicano quelli che il Signore ha riscattato,
che ha riscattato dalla mano dell’oppressore
e ha radunato da terre diverse. R
Ringrazino il Signore per il suo amore,
per le sue meraviglie a favore degli uomini,
perché ha saziato un animo assetato,
un animo affamato ha ricolmato di bene. R
Vedano i giusti e ne gioiscano,
e ogni malvagio chiuda la bocca.
Chi è saggio osservi queste cose
e comprenderà l’amore del Signore. R
Commento al filmato: è di una bellezza commovente, il canto del Pianoforte dello splendido “Prélude” da “Suite Inglese” di J.S. Bach, le sue note appassionate ci fanno partecipare con il cuore a questo inno di lode:
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Lo dicano quelli che il Signore ha riscattato,
che ha riscattato dalla mano dell’oppressore
e ha radunato da terre diverse.
EPISTOLA Eb 9, 11-15
Lettera agli Ebrei
Fratelli, Cristo è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d’uomo, cioè non appartenente a questa creazione. Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna. Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo – il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio – purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente? Per questo egli è mediatore di un’alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa.
Commento al filmato: pace, gioia, fiducia sono i moti dell’animo che proviamo nell’ascolto di questo affascinante “Andante Molto”del Concerto in Sol Magg di Vivaldi; le note intense dell’Oboe, del Fagotto e degli Archi, si dipanano in un dialogo sereno, appassionato per cantare l’annuncio di San Paolo agli Ebrei:
Per questo egli è mediatore di un’alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa.
VANGELO Gv 1, 29-34
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Giovanni, vedendo il Signore Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
Commento al filmato:l’Organo e l’Orchestra dello spettacolare “Allegro giocoso” del Concerto di Poulenc, si impegnano, con note impetuose, frementi, in un duetto entusiasmante per raccontare la solenne testimonianza di Giovanni:
«Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».