22 Dicembre 2024 Domenica dell’Incarnazione Omelia di don Angelo
Dio chiede collaborazione, non assistenti al trono
Domenica dell’Incarnazione
22 dicembre 2024
omelia di don Angelo
“E l’angelo si allontanò da lei”. Ed era cambiato il mondo, anche se in apparenza non era cambiato niente. E noi questa mattina sostiamo all’in principio, fiato sospeso: incarnazione, maternità divina di Maria.
L’angelo che sei mesi prima per annuncio del precursore aveva puntato verso un tempio, diretto a un uomo, un sacerdote. Ora per l’annuncio degli annunci punta verso un paese senza glorie, in una casa confusa ad altre case, cerca una donna, una ragazza, di nome Maria, fidanzata a un uomo, di nome Giuseppe.
Fiato sospeso noi, fiato sospeso l’angelo – non so se sfioro l’eresia – fiato sospeso anche Dio, se è vero, come è vero, che gli sta a cuore la nostra libertà. Che cosa risponderà la ragazzina all’angelo entrato nella casa come un fruscio di vento? Le ultime parole della ragazzina all’angelo, che già aveva fretta di cielo, furono queste e suonavano come una consegna, un consegnarsi: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. Dialogo fitto, pochi minuti. Ma per Maria, la ragazzina, era stato come aver attraversato il mare, un mare di sentimenti, su cui il racconto apre spiragli di sfumature. Dio non è – ma nemmeno noi – “detto, fatto”, come spesso si vuol far credere. Maria veniva da un mare di trasalimenti: l’angelo le aveva letto in viso prima un turbamento, poi il timore, poi, ancora, il desiderio di capire; domande per scompiglio di pensiero: avere un bambino ed essere fidanzata; quasi le toccasse di ricomporre i tasselli della vita, i sui sogni. Non facciamola troppo facile, un minimo di spiegazione le era dovuto: anche lei avrebbe poi dovuto dare spiegazioni. L’angelo le disse che sarebbe stato per un’ombra tenera che l’avrebbe avvolta, lo Spirito Santo “Nulla” le disse è impossibile a Dio”. E mentre l’angelo si allontanava persino le pareti povere della sua casa sembravano ripetere a non finire “Nulla è impossibile a Dio”.
E fu stupore, in lei per la prima, subito dopo – il tempo di riprendersi – Giuseppe, poi nei giorni a seguire la cugina e quei pochi che avrebbero tenuto il grande segreto. Ma oggi ricordiamo il primo stupore, che fu il suo: l’immenso e il piccolo, l’immenso abbracciava lei la piccola, immenso e piccola abbracciati, la terra abbracciata, si toccavano, perché lei era grembo della terra.
Ricordo l’emozione che mi prese, anni e anni fa, in un mio viaggio in terra santa, una sera al tramonto a Nazaret:
Gli occhi perduti
nel rosseggiare dolce e silente
di assorti orizzonti
interroghi l’incendio dei cieli
quasi tinti di brividi
di tenerezza
che fanno sospeso il cuore
e sfiori l’inatteso
miracolo di un Dio
che qui ha inclinato i suoi cieli
fino a baciare la terra
E Dio per quel suo inimmaginabile disegno che chiamiamo “salvezza” – è urgente salvare – guarda che cosa va a inventare. L’immenso e il piccolo: Dio chiede corpo, chiede terra. Chiede spazio nel piccolo; e dunque non dire: “Sono piccolo”, “Sono piccola”, non dirlo mai per ritrarti. Dio chiede spazio a Maria, alla piccola. Lei dirà, in casa della cugina sui monti: “Ha guardato la bassezza della sua serva”.
Dio chiese spazio quel giorno. Che ora fosse non sappiamo; come battesse luce da fuori casa o tenesse il fiato lo sfrigolio della lampada ad olio dall’alto non sappiamo. Dio aveva bisogno: aveva bisogno di una piccolezza. Anche della tua. Entri in un disegno che ha nome salvezza, ha nome amore, accensione di luce e non di tenebre. Vieni al mondo come collaboratore e non come parassita. Dio chiede collaborazione, non assistenti al trono.
Ma vorrei subito aggiungere che per Maria quel giorno, il giorno dell’angelo. fu solo l’inizio dei giorni, perché incarnazione, maternità, fare spazio a Dio non è questione di un giorno, è questione, se volete, la bellezza e anche – diciamolo – la fatica di tutti i giorni, quelli di Maria non raccontati nel vangelo, i giorni e le ore. Le ore da quando neonato gli dava latte a quando lo vedeva crescere con i ragazzi del paese, a quando andò a lavorare con Giuseppe. Fece spazio e diede carne, vita a quel figlio anche quando fu fuori casa del tutto, cercando di interpretare – e non era piccola cosa – le parole, i gesti, i sogni di quel figlio che andava per vie di vento, spendendosi giorno e notte, con preferenza di poveri e sofferenti e lei a chiedere che il Padre vegliasse su di lui, che lo Spirito lo sostenesse; cosa fosse incarnazione. maternità, fare spazio, lo comprese di sotto la croce per un figlio crocifisso come un malfattore. Poi alla fine fece spazio quando una nube lo nascose ai suoi occhi mentre era portato in alto.
Così anche per noi. Dio ha bisogno di noi ogni giorno, ogni giorno chiamati a fare spazio a Dio, al suo progetto di bene, immenso: costruire, anche quando imperversa la dissennatezza del distruggere; rianimare anche quando imperversa la barbarie dell’uccidere: aprire sogni e porte di speranza e di pace anche quando tutto sembra congiurare a tenerle chiuse. Apriti all’immenso.
In conclusione? Oggi nella lettera ai Filippesi: “In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri… E il Dio della pace sarà con voi!”.
Letture
LETTURA Is 62, 10 – 63, 3b
Lettura del profeta Isaia
In quei giorni. Isaia disse: «Passate, passate per le porte, sgombrate la via al popolo, spianate, spianate la strada, liberatela dalle pietre, innalzate un vessillo per i popoli». Ecco ciò che il Signore fa sentire all’estremità della terra: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, arriva il tuo salvatore; ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede”. Li chiameranno “Popolo santo”, “Redenti del Signore”. E tu sarai chiamata Ricercata, “Città non abbandonata”». «Chi è costui che viene da Edom, da Bosra con le vesti tinte di rosso, splendido nella sua veste, che avanza nella pienezza della sua forza?». «Sono io, che parlo con giustizia, e sono grande nel salvare». «Perché rossa è la tua veste e i tuoi abiti come quelli di chi pigia nel torchio?». «Nel tino ho pigiato da solo e del mio popolo nessuno era con me».
Commento al filmato: nello spettacolare, spumeggiante “Presto” del Concerto in Re min di Alessandro Marcello, il canto spiegato, gioioso dell’Oboe in dialogo serrato con L’Orchestra, racconta con toni esultanti la profezia di Isaia che annuncia l’avvento del Salvatore:
«Dite alla figlia di Sion: “Ecco, arriva il tuo salvatore; ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede”. Li chiameranno “Popolo santo”, “Redenti del Signore”. E tu sarai chiamata Ricercata, “Città non abbandonata”».
illuminano questa profezia il “Trionfo dell’Eucarestia sui pagani”di Rubens, la “Adorazione dei Magi”di Gentile da Fabriano e “Ingresso di Gesù a Gerusalemme”di Lorenzetti.
SALMO Sal 71 (72)
Rallègrati, popolo santo; viene il tuo Salvatore.
Le montagne portino pace al popolo
e le colline giustizia.
Ai poveri del popolo renda giustizia,
salvi i figli del misero e abbatta l’oppressore. R
Scenda come pioggia sull’erba,
come acqua che irrora la terra.
Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace.
In lui siano benedette tutte le stirpi della terra
e tutte le genti lo dicano beato. R
Benedetto il Signore, Dio d’Israele:
egli solo compie meraviglie.
E benedetto il suo nome glorioso per sempre:
della sua gloria sia piena tutta la terra. R
Commento al filmato: nell’emozionante Allegro del Concerto in Do Magg di Vivaldi, i “Molti Istromenti” solisti, in un dialogo spumeggiante, cantano con note gioiose, esultanti, il Responsoriale del Salmo 72
«Rallegrati, popolo santo; viene il tuo Salvatore.»
EPISTOLA Fil 4, 4-9
Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi!
Commento al filmato: è spettacolare questo Allegro della Sonata in Mi bem Magg di Vivaldi; le note profonde, calde, dei Violoncelli, cantano con armonie affascinanti, struggenti, l’appassionata esortazione di san Paolo ai cristiani di Filippi:
«Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino!»
VANGELO Lc 1, 26-38a
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
Commento al filmato: ancora un “Allegro” dalla Sonata in Mi b Magg di Beethoven che illumina con le note gioiose, quasi sognanti del Pianoforte il racconto dell’Annuncio dell’Angelo a Maria:
«Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.»