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27 Aprile 2025 2a Domenica di Pasqua Omelia di don Angelo

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27 Aprile 2025 2a Domenica di Pasqua Omelia di don Angelo

Ha lavato i nostri piedi, ha accarezzato le nostre mani

Seconda domenica di Pasqua

27 aprile 2025

omelia di don Angelo

E siamo a sera, sera di un giorno molto particolare. Si era fatto buio. Ma lui, il Risorto, non si era ancora fatto vivo, o, per dirla meglio, non si era fatto vivo con loro, gli undici. Voci di donne – Maddalena e altre – a dire che era risorto e che avevano visto angeli. Così fin dal mattino. Passano le ore della giornata. Non si smuovono. A sera ancora nella stanza al piano superiore

Una lampada a rompere il buio. Ma non certo a rompere il buio che era calato nel cuore. Rompono il buio le donne, Maria che schiude le porte quando in cielo è ancora solo luna, poi anche le altre. Le troviamo per strade, nella vita e non appartate. E’ per questo che vedono segni. Meno strategie; e più profumo di pane, rammendi di vesti, sorpresa negli occhi.

A contrasto gli apostoli, quasi barricati. Per un attimo ho cercato di immaginare che cosa fosse passato nel loro cuore in quei tre giorni: un tradimento, anzi più di uno, una cattura, notizie di tribunali, morte per crocifissione, erano come scomparsi. Tra le tenebre del venerdì santo e un alba di risurrezione solo donne a preparare profumi. Loro come rintanati. E’ scritto: “per timore dei giudei”. E cerco di capire: dopo tutto  erano discepoli, e riconosciuti,  del Rabbi di Nazaret, crocifisso come un eretico, un sobillatore, uno eversore. Sarebbero venuti a chiedere conto di essere stati dei suoi?

E lui entra la sera a fine giornata. E perché ultimi loro? Loro che erano stati i primi. Forse a qualcuno sarebbe potuto venire sospetto  che fosse un modo per far loro pesare fuga ed abbandono: nessuno di loro alla sepoltura, Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, poi donne con i loro profumi.

Ebbene è sera. Nemmeno il tempo di stupirsi che lui arrivasse a porte chiuse ed ecco al rovescio – al rovescio di tante pur legittime supposizioni – la sua voce – era la sua! – a dire: “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. Come a dire: sono io. C’è dunque vedere e vedere: “E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi!»”. “Di nuovo”, come fosse la cosa che gli stesse più a cuore, la pace. Come se avesse percepito che non erano ancora nella pace. Ed era parola che aveva sapore di inizio. Non era forse quella, la prima, che aveva ordinato loro di dire entrando nelle case, la parola che stava nell’in principio della missione? La prima cosa da dire sulla soglia di una casa o indugiando alla soglia di un uomo o di una donna, o di un popolo? Pace a voi!

Ed è parola vuota, vuota e vana,  se non vive negli occhi, se non vive nella carne. Mostrò loro le ferite, quelle ferite erano come un pertugio dell’amore: se Dio arrivava a questo punto, alle ferite, a dare lui la vita, potevano stare nella pace. Pace a voi!

Ma forse a sorprenderli in quel momento – perdonate, sto fantasticando – era che lui si fidava ancora di loro, che lui, visto come erano andate le cose, non li sollevava, se così si può dire, dall’incarico. Li mandava, riconoscendo fragilità, debolezza, peccato: “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi”.

Secondo il vangelo di Matteo Gesù ai discepoli darà appuntamento sul monte in Galilea e anche sul monte proromperà incandescente tutta la sproporzione: la missione affidata a dubitanti. Ascoltate: “Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: “A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli”. Un disegno pazzesco. Undici dubitanti e il mondo.

Ho lasciato ultimo Tommaso, ora sappiamo che non è l’unico alle prese con dubbi. Ultimo perché oggi vorrei lasciarvi con un commento di papa Francesco, bellissimo; e gli occhi, i nostri, oggi sono umidi. Tre anni fa, come fosse oggi:

“L’Apostolo Tommaso – dice – rappresenta tutti noi, che non eravamo presenti nel cenacolo quando il Signore è apparso e non abbiamo avuto altri segni fisici o apparizioni da parte di Lui. Anche noi, come quel discepolo, a volte facciamo fatica: come si fa a credere che Gesù è risorto, che ci accompagna ed è il Signore della nostra vita senza averlo visto, senza averlo toccato? Come si fa, a credere questo? Perché il Signore non ci dà qualche segno più evidente della sua presenza e del suo amore? Qualche segno che io possa vedere meglio… Ecco, anche noi siamo come Tommaso, con gli stessi dubbi, gli stessi ragionamenti.

Ma non dobbiamo vergognarci di questo. Raccontandoci la storia di Tommaso, infatti, il Vangelo ci dice che il Signore non cerca cristiani perfetti. Il Signore non cerca cristiani perfetti. Io vi dico: ho paura quando vedo qualche cristiano, qualche associazione di cristiani che si credono i perfetti. Il Signore non cerca cristiani perfetti; il Signore non cerca cristiani che non dubitano mai e ostentano sempre una fede sicura. Quando un cristiano è così, c’è qualcosa che non va. No, l’avventura della fede, come per Tommaso, è fatta di luci e di ombre. Se no, che fede sarebbe? Essa conosce tempi di consolazione, di slancio e di entusiasmo, ma anche stanchezze, smarrimenti, dubbi e oscurità. Il Vangelo ci mostra la “crisi” di Tommaso per dirci che non dobbiamo temere le crisi della vita e della fede. Le crisi non sono peccato, sono cammino, non dobbiamo temerle. Tante volte ci rendono umili, perché ci spogliano dall’idea di essere a posto, di essere migliori degli altri. Le crisi ci aiutano a riconoscerci bisognosi: ravvivano il bisogno di Dio e ci permettono così di tornare al Signore, di toccare le sue piaghe, di fare nuovamente esperienza del suo amore, come la prima volta. Cari fratelli e sorelle, è meglio una fede imperfetta ma umile, che sempre ritorna a Gesù, di una fede forte ma presuntuosa, che rende orgogliosi e arroganti. Guai a questi, guai!”

Ha lavato i nostri piedi, ha accarezzato le nostre mani.

Letture

Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati». Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù. Vedendo poi in piedi, vicino a loro, l’uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa replicare. Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro dicendo: «Che cosa dobbiamo fare a questi uomini? Un segno evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo. Ma perché non si divulghi maggiormente tra il popolo, proibiamo loro con minacce di parlare ancora ad alcuno in quel nome». Li richiamarono e ordinarono loro di non parlare in alcun modo né di insegnare nel nome di Gesù. Ma Pietro e Giovanni replicarono: «Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando in che modo poterli punire, li lasciarono andare a causa del popolo, perché tutti glorificavano Dio per l’accaduto. L’uomo infatti nel quale era avvenuto questo miracolo della guarigione aveva più di quarant’anni. Rimessi in libertà, Pietro e Giovanni andarono dai loro fratelli e riferirono quanto avevano detto loro i capi dei sacerdoti e gli anziani. Quando udirono questo, tutti insieme innalzarono la loro voce a Dio.

Commento al filmato: lo splendido, solenne, “Vivace – Grave – Allegro” dal “Concerto grosso fatto per la notte di Natale” di Arcangelo Corelli, canta con toni maestosi il discorso di Pietro ai capi del Popolo – è un annuncio imponente:

«Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati».

SALMO Sal 117 (118)

La pietra scartata dai costruttori

ora è pietra angolare.

Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

Rendete grazie al Signore perché è buono,

perché il suo amore è per sempre.

Dica Israele:

«Il suo amore è per sempre».

Dica la casa di Aronne:

«Il suo amore è per sempre». R

La pietra scartata dai costruttori

è divenuta la pietra d’angolo.

Questo è stato fatto dal Signore:

una meraviglia ai nostri occhi. R

Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,

sei il mio Dio e ti esalto.

Rendete grazie al Signore, perché è buono,

perché il suo amore è per sempre. R

Commento al filmato:lo stupendo “Allegro Assai” del Concerto in La min di Bach, le spettacolari immagini del “Giudizio Finale”di Beato Angelico, “Cristo in Gloria”di Melozzo da Forlì con la splendida fotografia del “Muro del Pianto”di Gerusalemme all’alba, cantano con toni esultanti il Responsoriale tratto dal Salmo 117/118.:

«Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.»

EPISTOLA Col 2, 8-15

Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi

Fratelli, fate attenzione che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo. È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi partecipate della pienezza di lui, che è il capo di ogni Principato e di ogni Potenza. In lui voi siete stati anche circoncisi non mediante una circoncisione fatta da mano d’uomo con la spogliazione del corpo di carne, ma con la circoncisione di Cristo: con lui sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti. Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce. Avendo privato della loro forza i Principati e le Potenze, ne ha fatto pubblico spettacolo, trionfando su di loro in Cristo.

Commento al filmato: il solenne annuncio di san Paolo ai cristiani di Colossi «Siete stati sepolti con Cristo nel battesimo e con lui siete anche risorti.», è avvolto dalla maestà  di uno splendido “Allegro” del Concerto in Do di Vivaldi, in cui le note esultanti delle due trombe si rincorrono in un caleidoscopio di armonie affascinanti per annunciare il trionfo di Cristo:

«Avendo privato della loro forza i Principati e le Potenze, ne ha fatto pubblico spettacolo, trionfando su di loro in Cristo.»

VANGELO Gv 20, 19-31

✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogodove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Commento al filmato: nel solenne “Senza indicazione di Tempo” del Concerto in Fa min di Bach, il Pianoforte e l’Orchestra cantano maestosi questa prima apparizione ai Discepoli del Risorto che da loro la Pace e soffia il Suo Spirito:

«Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

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