Location,TX 75035,USA

5 Gennaio 2025 Domenica dopo l’Ottava del Natale Omelia di don Angelo

ArteMusicaPoesia

5 Gennaio 2025 Domenica dopo l’Ottava del Natale Omelia di don Angelo

Si mise in cammino

Domenica dopo l’Ottava del Natale

5 gennaio 2025

omelia di don Angelo

Non sempre si misura il rischio quando ci si permette di tagliare i testi, anche quelli della Bibbia. Il taglio operato oggi nel brano di Luca è clamoroso al riguardo. Abbiamo concluso pensando a un successo per Gesù nella sinagoga di Nazaret: ”Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca”. Quasi un’ovazione.

Il tempo di pochi versetti e la conclusione della tappa di Gesù nel suo paese è questa, leggiamo: “All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino”.

Meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca: ebbene toglie loro – non si illudano –  qualsiasi fantasia che possano contare su qualche privilegio  – dopo tutto non erano suoi paesani? –. Che anzi, in aggiunta, non si era risparmiato di tessere un elogio, che di più non si può, per gente pagana a confronto di quelli del suo popolo.

Ci è facile immaginare lo sconcerto. Era uno di loro, anni e anni passati nel loro paese, circolava per le loro strade, teneva negozio, una famiglia come tutte, era il figlio di Giuseppe. Non era poi da molto che si era allontanato: qualcuno suppone per aggregarsi alla comunità degli Esseni. Poi giunge voce a Nazaret che va per strade e sinagoghe, insegnando; di più, operando guarigioni. Ora ritorna e non è solo, si porta dietro dei discepoli. Ed è come se ritornasse un altro.

Nella sinagoga la tensione era – facile immaginarlo – al colmo. A Gesù viene dato il rotolo, lui non legge il passo che gli viene presentato, lo vedono volgere i fogli; che cosa va a cercare? Si ferma. Ha trovato. Sì, è scritto proprio così: “E trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione…»”. E alla fine eccolo dire: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”.

Per come si stava comportando, a qualcuno forse sarà venuto da pensare che si fosse montato la testa, rivendicava una consacrazione, una unzione da Messia. Pensavano di conoscere tutto di lui. E’ una vera ingenuità, e molto comune, quella di presumere di sapere tutto dell’altro; figuratevi se l’altro poi è il figlio dell’Altissimo, ma chi lo avrebbe mai immaginato? Uno che non dava segni di esserlo o, meglio, non dava i segni che si aspettavano loro.

Scrive padre Antonio Spadaro: “È così facile confezionare Dio, addomesticarlo, pretendere di sapere chi egli sia, dove egli sia, dove egli non sia, e magari pure chi siano i suoi amici e i suoi nemici. Dio è selvaggio. Lo è per natura perché di Lui non si può pensare nulla di più grande. È incontenibile. Chi tenta di contenerlo si spacca. Come i compaesani di Gesù che si turbano interiormente, anziché essere fieri e orgogliosi di lui. E Gesù lo sa, li sente bisbigliare. Sa che cosa c’è nel loro animo. Ed è schietto e duro con loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua», dice”.

Aveva iniziato dicendo: “Lo Spirito del Signore è sopra di me”. Che, se ci pensate bene, è l’esatto contrario dell’immagine di uno che fa tutto di testa sua. A condurlo era un altro .Era lo Spirito. Ed è ciò che appare da tutto il capitolo. Nel Battesimo fu colmato di Spirito santo. Ed ecco lo Spirito lo conduce nel deserto delle tentazioni; e poi per strade e sinagoghe in Giudea; e adesso in Galilea; è scritto: “Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito”. Discenderà alla fine a Cafarnao, ma nemmeno a Cafarnao riusciranno a trattenerlo, sfugge all’accerchiamento. E’ altro a condurlo, ha un programma dove non c’è possibilità di essere trattenuti, Il capitolo chiude così: “Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato»”.

Lui è per l’universalità. A condurlo incontenibile uno Spirito da cui ha ricevuto un mandato: “Mi ha mandato – e cita Isaia – “a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore”. Chiude così la citazione da Isaia, omettendo: “a proclamare il giorno di vendetta del nostro Dio”. Sconcerto!

Mandato e consacrato, diremmo, per liberare, per la liberazione. La parola risuona – e non una volta sola – nella sua carta di identità, è la parola che si accende ingualcibile nel  programma del suo mandato. Ciò per cui è stato mandato e consacrato: una umanità da liberare.

E così i poveri, i prigionieri, i ciechi, gli oppressi, gli assetati di grazia prendono la prima fila. “Uno sbilanciamento” direbbe qualcuno. Certo in prima fila, con un privilegio di attenzione e di passione sono coloro che portano il peso di vivere e poco – quasi un niente – di consolazioni. Dovrebbero essere in prima fila anche per noi, con un privilegio di attenzione e di passione. Accade se sei libero, se non sei di quelli che in mente hanno solo se stessi, se non subisci dipendenza, se ti rimane criticità. A voler essere sinceri, tutti, chi più chi meno, subiamo occupazione e siamo da liberare da gioghi, e quelli che non appaiono tali, sono i più pericolosi.

Mandato per me, Gesù di Nazaret, il profeta condotto dal vento. Mi rimane negli occhi l’ultimo fotogramma della sua tappa a Nazaret: “e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino”. Si mise in cammino.

LETTURA Sir 24, 1-12

Lettura del libro del Siracide

La sapienza fa il proprio elogio, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria. Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca, dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria: «Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo e come nube ho ricoperto la terra. Io ho posto la mia dimora lassù, il mio trono era su una colonna di nubi. Ho percorso da sola il giro del cielo, ho passeggiato nelle profondità degli abissi. Sulle onde del mare e su tutta la terra, su ogni popolo e nazione ho preso dominio. Fra tutti questi ho cercato un luogo di riposo, qualcuno nel cui territorio potessi risiedere. Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele”. Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato, per tutta l’eternità non verrò meno. Nella tenda santa davanti a lui ho officiato e così mi sono stabilita in Sion. Nella città che egli ama mi ha fatto abitare e in Gerusalemme è il mio potere. Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia eredità».

Commento al filmato: ascoltiamo con emozione questo stupefacente “Allegro” del Concerto in Sol di Vivaldi; i due Mandolini con l’Orchestra si scatenano in un entusiasmante dialogo per raccontare il maestoso Inno alla Sapienza nel brano del Siracide:

«Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo e come nube ho ricoperto la terra. Io ho posto la mia dimora lassù, il mio trono era su una colonna di nubi. Ho percorso da sola il giro del cielo, ho passeggiato nelle profondità degli abissi.»

SALMO Sal 147

Il Verbo si fece carne

e pose la sua dimora in mezzo a noi.

Celebra il Signore, Gerusalemme,

loda il tuo Dio, Sion,

perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,

in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. R

Egli mette pace nei tuoi confini

e ti sazia con fiore di frumento.

Manda sulla terra il suo messaggio:

la sua parola corre veloce. R

Annuncia a Giacobbe la sua parola,

i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.

Così non ha fatto con nessun’altra nazione,

non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi. R

Commento al filmato: è di una bellezza senza tempo questa “Fuga: Allegro ma non Troppo” della Sonata in La di Beethoven – dopo un inizio di mistero e contemplazione, il Pianoforte si infiamma in una cascata di note ora impetuose, ora dolcissime, struggenti, per cantare l’Inno all’Onnipotente di questo Salmo che viene riprodotto interamente nel filmato:

Celebra il Signore, Gerusalemme, loda il tuo Dio, Sion, perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli

EPISTOLA Rm 8, 3b-9a

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, Dio, mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della Legge fosse compiuta in noi, che camminiamo non secondo la carne ma secondo lo Spirito. Quelli infatti che vivono secondo la carne, tendono verso ciò che è carnale; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, tendono verso ciò che è spirituale. Ora, la carne tende alla morte, mentre lo Spirito tende alla vita e alla pace. Ciò a cui tende la carne è contrario a Dio, perché non si sottomette alla legge di Dio, e neanche lo potrebbe. Quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi.

Commento al filmato: pace, intima gioia, serenità ci trasmettono le dolcissime note del Pianoforte nel luminoso “Prélude” in Do Magg di Bach – vi ritroviamo tutta la tenerezza delle parole con cui San Paolo trasmette ai Romani questo annuncio:

Fratelli, Dio, mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della Legge fosse compiuta in noi, che camminiamo non secondo la carne ma secondo lo Spirito.

VANGELO Lc 4, 14-22

✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca.

Commento al filmato: è di una bellezza maestosa il ” Menuetto (Allegretto)” della Sinfonia in Mi b Magg di Mozart; le note solenni, ritmate, dell’Orchestra, cantano con toni trionfali l’annuncio di Gesù nella Sinagoga di Nazareth:

Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore.

«Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Audio Player

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *