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9 Febbraio 2025 5a Domenica dopo l’Epifania – Omelia di don Angelo

ArteMusicaPoesia

9 Febbraio 2025 5a Domenica dopo l’Epifania – Omelia di don Angelo

Fosse anche solo un cuscino lurido

Quinta domenica dopo l’Epifania

9 febbraio 2025

omelia di don Angelo

Leggevo, respiravo, finestre aperte, niente più muri. E come abbiamo potuto costruirli dopo Gesù, il mio Signore, uno che scende dal monte e infrange leggi che creano distanze? Prima tocca un lebbroso, considerato impuro: lo tocca, quando gli bastava una parola, no, lo tocca. E subito dopo si ferma a  parlare  con un pagano, un centurione romano, un impuro per quelli del suo popolo, disposto ad andargli in casa.

Respiravo. Musica di sottofondo i versetti dei salmo 32: lungo i secoli cantato, ma poi nella vita ignorato. Sentiteli, riempiono l’anima, il cielo e la terra:

“Il Signore guarda dal cielo:

egli vede tutti gli uomini;

dal trono dove siede

scruta tutti gli abitanti della terra,

lui, che di ognuno ha plasmato il cuore

e ne comprende tutte le opere”.

“Di ognuno ha plasmato il cuore”, parole che suonano come controcanto a quelle di Gesù al centurione di  Cafarnao: “Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli»”.

Due segni – lebbroso e servo malato del centurione – e cambia l’orizzonte. Cambia ancora oggi, per noi che spesso, troppo spesso, parliamo dei cosiddetti ‘lontani’ come fossero l’assenza della fede, non credenti. Pensate come sia sorprendente Gesù che parla di una presenza dentro un’assenza, presenza della fede in assenza di fede. E non sta nemmeno scritto che il centurione pagano si sia messo al suo seguito. No, fece ritorno verso casa sua. E lui, Gesù, ad immaginarli da lontano.  Lui che non si era limitato a parlare di un racimolo di fede in un pagano, ma di grande fede; aveva osato dire – caricando il tono – : “In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande!”.

Ne viene che discepoli di Gesù si diventa se, come ik Maestro, sappiamo avvistare segni di fede, fede grande, là dove altri ne denunciano, inesorabili, l’assenza. E’ un’arte: l’aveva Gesù, ne fa insegnamento ai discepoli. E’ scritto infatti  che quelle parole  Gesù le rivolse proprio ai discepoli, parole per noi, la lezione è per noi: “«In verità io vi dico…”. Sembra quasi dimenticare per un attimo il centurione, per dire una cosa che gli sta a cuore e non deve sfuggire: “In Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande!”.

E mi nasce una domanda: ”Da dove, da quale fessura e come Gesù ha avvistato la fede grande? Sta scritto: “Ascoltandolo, Gesù si meravigliò”. Ed è bellissimo: “Si meravigliò”, aveva il dono di meravigliarsi, ci sembra di vedere i suoi occhi che si riempiono di meraviglia alle parole del centurione. Dalle parole del centurione emerge la figura di un funzionario che non ostenta minimamente potere, dichiara apertamente la sua fiducia nel Rabbi di Nazaret, sino a confessarsi indegno di riceverlo nella sua casa. E Gesù  intravede fede nel rispetto sacro della soglia. Esattamente l’opposto di noi che, ostentando potere, annulliamo le soglie, pretendiamo di entrare in casa degli altri, di disporne a piacimento.

“Ascoltandolo Gesù si meravigliò”: se tu non ascolti, che cosa puoi sapere dell’altro? Come puoi avvistare una fede al di là delle apparenze? Me lo vado chiedendo, in un mondo in cui più non ci si ascolta, ognuno impigliato al suo cellulare, in un mondo dove ci si sovrappone a chi ti parla, o lo silenzi alzando sguaiatamente il tono, si urla.

E mi ritorna la domanda in che cosa Gesù ha avvistato una fede grande? E mi si apre un altro spiraglio. Diede nome di fede all’affetto sorprendente di quel centurione per il suo servo, dopo tutto era uno schiavo. Come se nel centurione l’affetto prevalesse, quasi cancellasse la gerarchia dei ruoli. Si muove lui per il servo, quando,  stando ai  gradi, a muoversi dovevano essere gli altri. Nel passo, parallelo al nostro, l’evangelista Luca, annota: “il centurione l’aveva molto caro”. Pensate se questo ci accadesse quando, nei mille rivoli delle nostra vita quotidiana, venendo meno l’apporto di un collaboratore, il primo pensiero non fosse al disagio di doverlo sostituire, ma alla persona, al problema che gli è sopravvenuto, al suo disagio. La persona prima del ruolo, più che il ruolo: ti è cara. Gesù non parlerebbe forse di fede? Grande?

Mi ritorna spesso al cuore uno scambio emozionante di gesti tra persone di orizzonti apparentemente lontani. Ne scrive in una sua lettera Annalena Tonelli, una volontaria, di fede cristiana ma senza confini, uccisa in Somaliland nell’ottobre 2003. Racconta di una giovane musulmana poliomielitica in fin di vita: aveva due gambine flaccide, sottili come stecchini, un corpo emaciato da far paura…era piccola, un pugnettino di ossa, un viso bello, espressivo, consapevole, portava con dignità il velo nero delle donne sposate, ormai prossima a morire di tubercolosi.

“Quando venne il momento del passaggio” scrive “mi chiese, non so come, di rimanere con lei quella notte: la cameretta asfittica e lurida, le lenzuola nere, lei che tossiva incessantemente…io desideravo solo rimanere con lei e rimasi…seduta sul suo letto sempre più sfinita…pregavo, la sostenevo, la guardavo negli occhi, l’amavo con tenerezza infinita…il caldo era sfibrante, lei respirava sempre più a fatica…ad un certo punto crollai e lei si tirò su, si tolse il cuscino lurido da sotto la testa affranta e me lo offerse…spirò verso le cinque del mattino…io le tenevo la mano, le sorridevo alla luce fioca di una lampada a petrolio”.

Se un gesto racconta vicinanza, se è un no all’estraneità e alla indifferenza, fosse anche solo un cuscino lurido, da chiunque venga, chiamalo fede. Fioca una lampada ad olio lo illumina.

Letture

LETTURA Ez 37, 21-26

Lettura del profeta Ezechiele

In quei giorni. Il Signore mi parlò dicendo: «Così dice il Signore Dio: Ecco, io prenderò i figli d’Israele dalle nazioni fra le quali sono andati e li radunerò da ogni parte e li ricondurrò nella loro terra: farò di loro un solo popolo nella mia terra, sui monti d’Israele; un solo re regnerà su tutti loro e non saranno più due popoli, né saranno più divisi in due regni. Non si contamineranno più con i loro idoli, con i loro abomini e con tutte le loro iniquità; li libererò da tutte le ribellioni con cui hanno peccato, li purificherò e saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio. Il mio servo Davide regnerà su di loro e vi sarà un unico pastore per tutti; seguiranno le mie norme, osserveranno le mie leggi e le metteranno in pratica. Abiteranno nella terra che ho dato al mio servo Giacobbe. In quella terra su cui abitarono i loro padri, abiteranno essi, i loro figli e i figli dei loro figli, per sempre; il mio servo Davide sarà loro re per sempre. Farò con loro un’alleanza di pace; sarà un’alleanza eterna con loro. Li stabilirò e li moltiplicherò e porrò il mio santuario in mezzo a loro per sempre».

Commento al filmato:i due Violini solisti dello spettacolare “Allegro”del Concerto di Vivaldi, si scatenano in un dialogo frenetico, spumeggiante, di incredibile solennità per cantare la gloriosa profezia di Ezechiele:

Così dice il Signore Dio: Ecco, io prenderò i figli d’Israele dalle nazioni fra le quali sono andati e li radunerò da ogni parte e li ricondurrò nella loro terra

 

SALMO Sal 32 (33)

 

Il Signore veglia su chi lo teme.

Esultate, o giusti, nel Signore;

per gli uomini retti è bella la lode.

Lodate il Signore con la cetra,

con l’arpa a dieci corde a lui cantate.

Cantate al Signore un canto nuovo,

con arte suonate la cetra e acclamate. R

 

Il Signore guarda dal cielo:

egli vede tutti gli uomini;

dal trono dove siede

scruta tutti gli abitanti della terra,

lui, che di ognuno ha plasmato il cuore

e ne comprende tutte le opere. R

 

Beata la nazione che ha il Signore come Dio,

il popolo che egli ha scelto come sua eredità.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,

su chi spera nel suo amore,

per liberarlo dalla morte

e nutrirlo in tempo di fame. R

Commento al filmato: questa stupenda “Ouverture” da “il Pastor fido” di Händel, canta con toni gioiosi qil Salmo del Responsoriale

«Il Signore veglia su chi lo teme»

 

EPISTOLA Rm 10, 9-13

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Carissimo, se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».

Commento al filmato:le note solenni, maestose, dello straordinario “Corale” di Bach“La Natività – lodate Iddio, Cristiani tutti”, cantano con gioiosa esultanza, esaltate dalla sfolgorante luce delle immagini del “Cristo risorto” di Piero della Francesca e Raffaello:

«Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».

 

VANGELO Mt 8, 5-13

✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Quando il Signore Gesù fu entrato in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito.

Commento al filmato:  le note delicate, cariche di tenerezza del Pianoforte nel dolcissimo “Largo”dal Concerto in Fa min di Bach, cantano, accompagnate dal “Pizzicato” degli Archi, la supplica esaudita del Centurione per la guarigione del servo ammalato:

Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.

 

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