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15 Settembre 2024 3a Domenica dopo il martirio Omelia di don Angelo

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15 Settembre 2024 3a Domenica dopo il martirio Omelia di don Angelo

Discepoli del vento

Terza domenica dopo il martirio

15 settembre 2024

omelia di don Angelo

Nicodemo. Ed entriamo in un mondo di vento, dove regna l’imprevedibile e a volte ti verrebbe da dire la stranezza. E dunque una meraviglia per quelli di noi che si annoiano alle ovvietà, al risaputo,  e amano le nubi che corrono, leggere nel  cielo come sospinte dal vento. E al vento già allude Gesù in questo dialogo, imperdibile, dice a Nicodemo: “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».

Di vento è anche  questo discepolo che nel nome ha derivazione greca eppure è tra i capi  Giudei. E ancora più strano e intrigante è che non ne appaia il nome nei vangeli sinottici; ha ospitalità di discepolo solo nel vangelo di Giovanni. Strano ancora per quel suo apparire improvviso nel racconto. Arriva di notte: venire da Gerusalemme in Galilea non era certo una passeggiata. Di notte: chissà se perché il viaggio si era protratto più del previsto o, come sospettano i più, preoccupato  che non ne giungesse notizia a quelli della sua cerchia, loro che quel rabbi rivoluzionario di Galilea già avevano deciso di eliminarlo.

Arrivò che era notte. Di solito Gesù è di giorno; e quando si parla di lui  di notte, è per lo più sul monte a pregare o in tempeste di  acque su lago. Qui, no, notte e una casa: quale casa lui che non aveva pietra dove posare il capo? Ed è solo. Solo, come tra non molto. al pozzo di Sicar con una donna samaritana. Imperdibili questi e altri incontri, che ti svelano come, anche quando sei in una folla, Gesù con lo sguardo arriva a te, come a Zaccheo sull’albero. Un po’ quello che succede in amore quando tu sei riconosciuta, riconosciuto, fra mille. In questo senso apre suggestioni anche la casa: una intimità inviolata. Un rapporto, unico per ognuno, il nostro con Gesù, non siamo in serie. Casa e notte, e la lampada che pioveva luce su di loro. Notte, forse immagine anche della nostre notti, dove fanno convocazione pensieri e sogni, tenebre e accensioni, domande e baluginare di luci, incursioni e  riposi.

Notte e casa, arriva l’appuntamento. Come se lo fossero dato chi lo sa? Le prime parole sono di Nicodemo, forse si era chiesto più volte durante il viaggio come iniziare; e gli era venuta l’idea di dire all’inizio tutta la sua stima: “Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui”. “Gli ri spose Gesù…”.

In effetti Gesù non risponde, va oltre. Limpida la confessione. “Ma tu?” sembra dire Gesù “Sei disposto a nascere dall’alto, a lasciarti condurre dal vento?”. Come dicesse;” Voi avete abbassato i cieli e l’avete chiamata religione; avete tolto respiro alle parole e l’avete chiamata veneranda, intoccabile tradizione. Le mie parole hanno l’orizzonte del cielo, la mia via è nel segno del vento, occorre rinascere”.

Come sia uscito Nicodemo nella notte, non sappiamo. Delusi forse noi che  siamo quelli dei percorsi codificati,  delle tappe ravvicinate, delle conversioni immediate. Nicodemo lo vediamo scomparire nella notte.

Nicodemo scompare, ed eccolo riapparire inatteso, nel vangelo, nel giorno in cui, in una congregazione di capi, si decide l’arresto di Gesù: quel rabbi era diventato un pericolo pubblico. Disse: “La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?”. Gli risposero: ”Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!”. Era diventato discepolo del vento. E forse solo lui lo sapeva. O forse nemmeno lui del tutto.

Di nuovo scompare: non è mai stato al seguito di apostoli o discepoli. Riappare, ancora una volta inatteso, sotto un cielo livido, quando ormai si faceva notte, sera della crocifissione, apostoli scomparsi. Giuseppe di Arimatea ottiene da Pilato di seppellire il corpo di Gesù. Ed ecco il racconto: ”Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi”.

Rimaniamo stupiti: non c’erano quelli dei cammini canonici, c’era Nicodemo, l’aveva portato il vento. Quell’esagerazione di mirra e aloe mi ricorda l’esagerazione del profumo di nardo di Maria nella casa di Betania. Accade quando si è portati dal vento dello Spirito. C’è da capire: ognuno il suo tempo, diverse le appartenenze Questa libertà del vento la vorrei pregare per me, per la chiesa, per il mondo. Che possa accadere l’inatteso! Fuori dall’ossessione delle procedure.

Non dimentico l’immagine di chiesa che un giorno diede il Card. Carlo Maria Martini: “Non quella del parroco padrone, la piramide – diceva – né quella delle comunità totalizzanti, dove tutti sanno tutto di tutti, dove tutti sono corresponsabili, ma poi in realtà i veri corresponsabili – diceva – sono il due per cento”. E continuava. “Porto nei consigli pastorali l’immagine del fuoco, acceso dagli scout nella notte, ai  margini del bosco: alcuni di loro si lasciano arrostire, buttano la legna sul fuoco, lo attizzano; altri si avvicinano per scaldarsi; altri ancora stanno lontano, hanno paura di avvicinarsi, però sono attratti. È molto importante che questo fuoco ci sia, perché oggi o domani si accosteranno tutti e alla fine aiuteranno a mettere la legna. Il Signore vuole la salvezza di tutti, la comunità opera anche a favore di chi vaga nel bosco e di chi è un po’ fuori, ai margini. Pur se non sono tanti quelli che si impegnano a buttare la legna, sono di più quelli che approfittano del fuoco e tantissimi quelli che si salvano, che giungono alla conoscenza della gratuità di Dio, del suo amore, del suo perdono”.

Discepoli del vento.

Le Letture 

. LETTURA Is 32, 15-20

Lettura del profeta Isaia

In quei giorni. Isaia parlò, dicendo: «In noi sarà infuso uno spirito dall’alto; allora il deserto diventerà un giardino e il giardino sarà considerato una selva. Nel deserto prenderà dimora il diritto e la giustizia regnerà nel giardino. Praticare la giustizia darà pace, onorare la giustizia darà tranquillità e sicurezza per sempre. Il mio popolo abiterà in una dimora di pace, in abitazioni tranquille, in luoghi sicuri, anche se la selva cadrà e la città sarà sprofondata. Beati voi! Seminerete in riva a tutti i ruscelli e lascerete in libertà buoi e asini».

Commento al filmato: le note sognanti del Pianoforte del dolcissimo, delicato “Preludio” “La Fille aux cheveux de lin” di Claude Debussy, cantano con armonie cariche di poesia la profezia di Isaia:

«In noi sarà infuso uno spirito dall’alto; allora il deserto diventerà un giardino e il giardino sarà considerato una selva. Nel deserto prenderà dimora il diritto e la giustizia regnerà nel giardino.»

SALMO Sal 50 (51)

Manda il tuo Spirito, Signore,

e rinnova la faccia della terra.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,

rinnova in me uno spirito saldo.

Non scacciarmi dalla tua presenza

e non privarmi del tuo santo spirito. R

Rendimi la gioia della tua salvezza,

sostienimi con uno spirito generoso.

Insegnerò ai ribelli le tue vie

e i peccatori a te ritorneranno. R

Signore, apri le mie labbra

e la mia bocca proclami la tua lode.

Nella tua bontà fa’ grazia a Sion,

ricostruisci le mura di Gerusalemme. R

Commento al filmato:le note sognanti, fiduciose del Pianoforte in questo delicato “Des Abends” (gli addii) da “Fantasiestuke” (pezzi di fantasia) di Robert Schumann, cantano con toni appassionati, struggenti, l’invocazione del Responsoriale tratto dal Salmo 50/51: «Manda il tuo Spirito, Signore, e rinnova la faccia della terra.» splendide sono le immagini che descrivono il canto del salmista – “Gesù e Maria Maddalena” di Tissot, “Cristo e l’Emorroissa” di Paolo Veronese e “The Hundred Guilder” (il centinaio di fiorini) di Rembrandt:

«Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Non scacciarmi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito.»

EPISTOLA Rm 5, 5b-11

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.

VANGELO Gv 3, 1-13

✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò dal Signore Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro d’Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo».

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