6 Gennaio 2025 Epifania del Signore (ambr. c) Omelia di don Angelo
E bastò un ritaglio di stella
Epifania del Signore
6 gennaio 2025
omelia di don Angelo
Da frammenti del rotolo di Isaia: “Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te”. E mi è venuto spontaneo pensare che questo invito ad alzarsi, “Àlzati”, sia risuonato quella notte in una casa ad Oriente. E quante case, e quanti paesi, sono case e paesi ad oriente? E c’è un paese che non ha un Oriente? Videro spuntare una stella, si alzarono.
“Àlzati” è verbo carico di suggestione ed è premessa ad epifanie. Se non ti alzi, nessuna epifania. “Àlzati”; e, contrapposto, penso l’invito: “Riposati”. Ed è sapienza dei semplici sapere quando dire ”alzati” e quando dire “riposati”. Sto divagando. Ma è giorno dell’epifania e so che voi perdonate anche le mie divagazioni.
Si alzarono i magi per mettersi in cammino. E non ci volle chissà chi o chissà che osa per farli alzare:, videro spuntare una stella, nemmeno tutta, un ritaglio. Se ci bastasse, pensate, un ritaglio di luce per partire; o un soffio di suono o di voce per metterci in cammino! Viviamo in una società – ma forse e sempre stato così – in cui ci sentiamo spesso dire che per niente nessuno fa niente, che, se ci si muove, è tutti perché sotto c’è un interesse. E quando lo sento dire, confesso, un po’ mi fa male, perché conosco persone che fanno cose solo per la bellezza di farle e non ci vogliono i miracoli a muoverle. Che cosa avevano da ricavare i magi? “Siamo venuti ad adorarlo”. Alzarsi, mettersi in cammino per andare ad adorare; e non sarebbero nemmeno andati a mani vuote.
Non sappiamo chi fossero, quanri fossero, se fossero della stessa terra o no. Sappiamo che una terra in comune l’avevano ed era la terra del desiderio: davano al desiderio lo spazio del cielo. E’ lo spazio che devi dare al tuo desiderio se non vuoi ingrigire; e se non vuoi ingrigire la vita.
Per desiderio partirono. Poi l’entusiasmo, ma anche le fatiche del cammino, le stanchezze, vedere e non vedere: il racconto non parla di una stella lungo il cammino. Chissà se ci furono giorni in cui li colse voglia di tornare indietro. E non hai una traccia predefinita, né i giorni sono al riparo da dubbi e ombre. Così anche i nostri cammini.
Avevano in comune provenienza dalla terra dei desideranti, ma in comune avevano anche l’anima degli uomini tenaci. Non erano di quelli del “tutto subito”. Se fossero stati di quelli – ci è facile immaginare – sarebbero ben presto rientrati. Si affidavano a quel ritaglio di stella degli inizi. E questa è fede.
Ebbene capitò anche a loro di cercare il re del desiderio in un luogo sbagliato; accade quando lo si cerca seguendo i canoni comuni: andarono dritti a una reggia. Ma per trovare il volto vero di Dio bisogna essere di quelli che non fanno pace con i luoghi comuni delle grandezze mondane. Può accadere negli sconfinati cammini –e accadde a quei pellegrini dell’assoluto – di finire a cercarlo nel fasto di una reggia. Arrivarono a chi uccide la speranza del mondo. Forse meglio a chi si illude di poterla uccidere. Era il posto sbagliato. Ma a loro bastò, pensate, una citazione: “A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta”. Bastò per affrettarsi a cercare. Distanza abissale di anime: gli altri, dico, capi dei sacerdoti e scribi del popolo avevano un libro, un libro intero, l’avevano a memoria, rimasero immobili. Che sia un’indicazione? Che bisogna cercare a cielo aperto?
Fuori dalla reggia li colse emozione e gioia: “Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono”. Anche noi oggi siamo arrivati qui, a lui, adoriamo.
E dopo aver donato quello che avevano portato per tutto quel viaggio, fecero ritorno. Ma, dietro suggerimento d’angelo, per un’altra strada. E’ racconto, quello dei magi, che sovverte ogni canone: resiste solo il fascino dell’Oriente e quello delle mille epifanie.
Il fascino dell’Oriente e l’augurio che ognuno possa essere fedele all’Oriente che lo abita – a cominciare da me – alla luce della coscienza. Ed è questo il pensiero – ve lo confesso – che mi rassicura il cuore: da anni infatti vado pensando che fuori dalla cristianità non è solo qualche indigeno sperso nei boschi, oggi ci sono più di un miliardo di cinesi, più di un miliardo di indiani e così a non finire. E la salvezza? Penso a Gesù, luce del mondo. Allargo i cammini: ritagli di stella e l’oriente in ognuno.
Mi ritorna al cuore un midrasch della tradizione rabbinica, che tenta di spiegare perché Dio ha creato la luce il primo giorno e il sole, la luna, le stelle solo il quarto giorno. E commenta: “La luce del primo giorno è la luce di Dio, troppo potente perché l’uomo appena creato potesse sopportarla. Allora Dio disse: Gli farò una luce adeguata e gli restituirò la luce del primo giorno quando sarà abbastanza maturo da comprenderla e apprezzarla. Quindi ritirò la luce del primo giorno e la mise in un contenitore. Ma il contenitore era troppo piccolo per una luce così grande: scoppiò e la luce ricadde in una miriade di frammenti sulla terra. E ogni frammento era una scintilla. «Ebbene – sorrise il Signore – ogni volta che un uomo sulla terra compirà una buona azione, riporterà al cielo una scintilla del primo giorno»”.
Epifania, svelamento di luce, non è dunque un solo giorno, né in un solo luogo. Un carissimo amico, proprio alcuni giorni fa, mi scriveva: “Fra poco sarà memoria di Epifania, quella storico-liturgica, ma le epifanie nella vita sono molto più numerose e con il tempo si impara, un po’ alla volta, ad accorgersene giacché avvengono di solito sottovoce, come la brezza leggera sull’Oreb”.
Letture
LETTURA
Is 60, 1-6
Lettura del profeta Isaia
In quei giorni. Isaia disse: «Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza delle genti. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Madian e di Efa, tutti verrànno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore».
Commento al filmato:i due Oboi e i due Clarinetti in dialogo serrato con l’Orchestra del Concerto in Do Magg di Vivaldi, cantano con note gioiose, esultantila Gloria del Signore:
«Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Màdian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore.»
SALMO Sal 71 (72)
Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto. R
Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra. R
I re di Tarsie delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti. R
Commento al filmato: il dialogo sereno, fiducioso del Violino con il Clavicembalo nella Sonata in Do di Mozart, racconta con toni appassionati il Responsoriale Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra tratto dal Salmo 72/71:
«Perché egli libererà il misero che invoca e il povero che non trova aiuto.»
EPISTOLA Tt 2, 11 – 3, 2
Lettera di san Paolo apostolo a Tito
Carissimo, è apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone. Questo devi insegnare, raccomandare e rimproverare con tutta autorità. Nessuno ti disprezzi! Ricorda loro di essere sottomessi alle autorità che governano, di obbedire, di essere pronti per ogni opera buona; di non parlare male di nessuno, di evitare le liti, di essere mansueti, mostrando ogni mitezza verso tutti gli uomini.
Commento al filmato: l’Organo del “Contrapunctus 9” da “l’Arte della Fuga” di Bach, con il rincorrersi delle “Voci”, narra con toni solenni e gioiosi, l’insegnamento di san Paolo a Tito con la raccomandazione alla mitezza:
«Carissimo, è apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini …. Ricorda loro di essere sottomessi alle autorità che governano, di obbedire, di essere pronti per ogni opera buona;»
VANGELO Mt 2, 1-12
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Nato il Signore Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Commento al filmato: le note solenni, dell’Organo e dell’Orchestra nel Larghetto e staccato del Concerto in Sol min di Händel, creano un’atmosfera religiosa, di contemplazione, nella lettura di questo brano del Vangelo di Matteo, ci invitano alla partecipazione dell’adorazione dei Magi:
«Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.»